Una storia vera

In questo post ho deciso di condividere alcuni estratti di un messaggio che ho ricevuto in questi giorni da una persona che ha fatto dei lavori con me negli ultimi anni.

Lo faccio perché le sue parole e la sua storia mi hanno emozionato molto e le trovo di grande ispirazione e incoraggiamento per tutte noi.
E anche perché mi ha suscitato delle riflessioni che ho sentito di condividere perché spero possano essere utili ad altre persone.

Nelle immagini trovate le parole estratte dal messaggio originale, mentre nel testo alcune mie considerazioni generali sul nostro percorso di evoluzione e crescita personale ispirate alla sua e alla mia esperienza.

La storia di Erma a cui si riferisce è un racconto che ho condiviso recentemente.

Se vuoi leggerlo lo trovi qua.

È molto comune, nonché umano, cercare di sopperire all’insoddisfazione che proviamo nella nostra vita quotidiana con vacanze, avventure, weekend emozionanti o qualsiasi cosa ci faccia sentire temporaneamente vive, eccitate ed occupate.

Il problema però è che alla lunga ci rendiamo conto che questo non funziona e ci ritroviamo incastrate sempre nello stesso loop. Sentiamo che è arrivato il momento di cambiare qualcosa a un livello più profondo e di creare una vita che ci somigli e che ci appartenga di più ogni giorno, ogni momento.

Spesso mi viene chiesto come si fa o da dove cominciare.
Io non credo che ci siano delle formule magiche o degli steps predefiniti che possono funzionare per tutte allo stesso modo. Credo anzi che ognuno abbia i suoi tempi e il suo cammino unico, fatto anche di sfide e ostacoli da attraversare.

Penso però che la meditazione possa essere un punto di partenza che può aiutare ognuna di noi ad entrare in contatto con sé stessa. Con quella che possiamo chiamare la nostra intuizione, la nostra essenza unica, la nostra verità, la nostra Anima, la nostra Natura autentica o in qualsiasi altro modo risuoni con noi.
Non è facile da spiegare a parole ma è qualcosa di cui fare esperienza: è ciò che esiste dentro di noi da sempre.
Ciò che c’è al di là dell’educazione che abbiamo ricevuto, della famiglia in cui siamo cresciute, delle scelte che abbiamo fatto e dei condizionamenti che abbiamo ricevuto dal mondo intorno a noi.

Se ci leviamo uno a uno tutti questi strati e ci mettiamo in ascolto possiamo scoprire che dentro di noi ci sono una voce, una luce, un sapore, un odore e un colore che sono unici e che solo noi incarniamo.
Quando li sentiamo li riconosciamo come qualcosa di familiare.

Uno dei modi per entrate in contatto con questa essenza per me è la meditazione.

Come racconta questo messaggio avventurarsi in questo viaggio può essere spaventoso perché ci mostra delle parti di noi che non conosciamo e non abbiamo mai visto prima.
Ci mette in contatto con i nostri desideri più profondi ed autentici, che spesso divergono da ciò che abbiamo sempre pensato essere giusto per noi e ci mettono davanti a delle scelte, spesso scomode e difficili.

È difficile da accettare, soprattutto quando, come spesso succede, abbiamo una vita che da fuori sembra “perfetta e invidiabile”.
Spesso è più facile fare scelte coraggiose quando le cose vanno male, quando abbiamo perso il lavoro o siamo state lasciate. Quando sentiamo di non avere molto da perdere. Ma quanto é difficile scegliere di cambiare e lasciare andare qualcosa quando abbiamo investito tanto tempo ed energie a costruire questa stabilità e questa sicurezza perché pensavamo fosse ciò di cui avevamo bisogno.
Quando tutti ci dicono che dovremmo essere felici e farci andare bene quello che abbiamo perché é ciò che ci si aspetta da noi.
Quando una parte di noi ci dice di non chiedere e non rischiare troppo e di accontentarsi perché da un punto di vista logico razionale “va bene così”.

Vi sarete accorte che non parlo più molto di “Manifesting” perché credo che sia un termine un po’ abusato in questo momento e spesso associato al concetto che ci sia una “formula magica” per ottenere ciò che si vuole in modo facile e veloce. Purtroppo la vita mi ha insegnato che spesso le trasformazioni più profonde e significative sono tutt’altro che facili e veloci. Sono lente e difficili, ci mettono alla prova, ci mettono in ginocchio, ci fanno provare paura, ci portano allo sfinimento fino a che non possiamo fare altro che arrenderci e abbandonarci.

Credo però che ci siano delle pratiche preziose, che uso sia per me che nel mio lavoro nei percorsi individuali e negli incontri di gruppo che hanno il potere di metterci in contatto con la nostra essenza e farci sintonizzare con la nostra Visione Autentica.
Che ci permettono di uscire dal pilota automatico che inconsciamente guida le nostre vite per entrare in uno spazio nuovo pieno di possibilità sconosciute.

Questo è il primo passo per mettere in moto il cambiamento.

Una volta che dimostriamo alla Vita che vogliamo veramente cambiare e che siamo disposte a perdere tutto e a metterci in gioco la Vita ci risponde sempre, nei modi più inaspettati e sorprendenti.
Può essere un incontro “casuale”, un amico che ci gira un annuncio di lavoro, un post che ci appare dal nulla su Facebook. A volte ci manda delle opportunità, a volte delle sfide e delle difficoltà. Entrambe sono sempre ciò di cui abbiamo bisogno per evolvere nel nostro cammino.

A questo punto sta a noi accogliere qualsiasi cosa arrivi e fare del nostro meglio.
Diciamo sempre tutti/e di voler ricevere di più ma poi quando la vita ci risponde solo pochi riescono veramente a sostenere il peso di questa responsabilità. 

Per questo è importante che a volte i processi siano lunghi e che le cose che desideriamo non ci arrivino dall’oggi al domani, ma solo quando siamo veramente pronte ad accoglierle nella nostra vita.

È difficile da sostenere perché fa tanta paura, perché significa perdere tutto ciò che avevamo costruito, spesso anche una versione di noi, e che ci faceva sentire al sicuro; correre il rischio di fallire ma anche quello di avere successo.

Quando ci diamo il permesso di buttarci e di fare quel salto che ci fa tanta paura, portandoci con noi le nostre insicurezze e le nostre ferite e imparando a conviverci spesso ci apriamo al miracolo.

Scopriamo che la Vita molte volte ha piani più grandi di quelli che noi avremmo potuto anche solo immaginare.

Sentiamo che la Vita ci sostiene sempre e che sta succedendo per noi e non a noi.

Che non siamo le vittime ma le creatrici.

Una cosa di cui forse non si parla abbastanza è che quando facciamo delle scelte coraggiose la paura è una presenza costante, così come i numerosi e fantasiosi meccanismi di autoboicottaggio che il nostro sistema mette in atto. Gran parte del lavoro secondo me è proprio imparare a sostenere questa paura, senza volerla necessariamente allontanare o combattere e cercare di andare avanti sulla nostra strada nonostante i tranelli e gli inganni escogitati dalla nostra mente e dalle nostre bambine ferite.

La paura è diventata per me una grande alleata che mi aiuta a capire qual’è la scelta più giusta per me: quella che mi spaventa di più è nella maggior parte dei casi anche quella di cui ho più bisogno.

Così come sentire che la nostra versione bambina, quella che ballava e si divertiva, diceva tutto quello che le passava per la testa senza autocensurarsi e si permetteva di sognare in grande senza fare i conti con “la realtà” sarebbe orgogliosa delle nostre scelte.
Forse alla fine è veramente l'unica cosa di cui dovremmo preoccuparci e il "metro del nostro successo".

Un’ altra cosa importante quanto difficile è quella di rimettere al centro della propria vita la nostra felicità e la nostra realizzazione, senza dare sempre priorità ai bisogni e alle aspettative degli altri.

Io credo profondamente che se tutte ci prendessimo più cura di noi stesse e dei nostri bisogni, ci amassimo di più e ci preoccupassimo di più di stare bene con noi stesse e con la nostra vita, il mondo sarebbe un posto più felice e semplice da vivere per tutti.

Il costante tentativo di dover soddisfare le aspettative e i bisogni altrui ci spinge inevitabilmente a sopprimere la nostra vera Natura, provocandoci frustrazioni e malesseri, che non solo ci rendono infelici ma spesso si manifestano a livello fisico.

Non ho mai detto, e ci tengo a ribadirlo, che questi siano percorsi facili né veloci e spero che non sia mai passato questo messaggio attraverso di me. E neanche che ci sia un punto di arrivo, cioè che arrivi un giorno in cui ci sentiamo completamente “risolte” e la nostra vita sia perfetta.

È un cammino che ci accompagna per tutta la vita, in cui si alternano periodi più sereni e tranquilli ad altri più faticosi e impegnativi. Col tempo però si acquisiscono strumenti, come la meditazione o altre pratiche, che ci aiutano a navigare questi alti e bassi con meno sofferenza e più accettazione.

È molto importante, secondo la mia esperienza, trovare le persone giuste che possano essere per noi delle ispirazioni e degli alleati e supportarci in questo cammino quando ci sentiamo perse e non sappiamo come procedere. Poi il lavoro più grande spetta sempre a noi e nessun maestro o nessuna guida può farsene carico. Quello che ho visto però in questi anni e che mi dà tanta gioia è che, nonostante sia difficile per tutte, quando ci mettiamo davvero in gioco e pratichiamo con costanza, dedizione, pazienza e fiducia, raccogliamo sempre i frutti del nostro lavoro.

Alla fine dobbiamo “solo” ricordarci chi siamo veramente e tornare a “immaginare l’inimmaginabile”.


C’è un solo modo per capire in che direzione andare. Devi seguire la tua paura. Essa ti mostrerà la via.
Fuggire da ciò che t’impaurisce è un modo per perdere il cammino: così facendo ti allontani sempre più da ciò che stai cercando.

Se hai timore di affrontare quella persona o quella situazione, si trova proprio lì il nodo da sciogliere.
Quel nodo che, se riconosciuto e affrontato, ti donerà le chiavi della libertà.
D’ora in poi, quindi, quando avvertirai paura, fastidio, irritazione e preoccupazione non fuggire. Rimani in ascolto di ciò che provi. E con coraggio addentrati a scoprire il tesoro nascosto nel tuo malessere.

I tesori più preziosi vengono custoditi dal drago più terribile.
Per raggiungere i tesori, bisogna andare dal drago e baciarlo.

Bert Hellinger


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