se chiudo gli occhi…

Se chiudo gli occhi e penso a dove vorrei essere adesso mi vedo nel giardino di una casa di campagna, con i miei due bambini che scorrazzano tra i fiori. L’aria è primaverile e il sole ci riscalda il viso. L’odore è quello dei fiori e dell’erba e della pelle che si risveglia al sole. Nino insegue le mosche e le lucertole.
L’atmosfera è serena e rilassata, ma anche molto vitale ed energica. Ogni tanto una risata, un urlo o un piccolo battibecco rompono il rumore di sottofondo degli uccellini.

Io mi sento felice e guardo soddisfatta i miei bambini e il mio compagno, il mio giardino con i fiori che si stanno aprendo e la casa di pietra sullo sfondo. Guardo il mio orto, la terra lavorata da me dove sotto riposano i semi. Tutto è cosi semplice e allo stesso tempo cosi ricco e complesso. Ogni piccolo traguardo nasconde dietro di sé anni di lavoro e di fatica, paura di fare le scelte sbagliate, insicurezze e indecisioni. Ed è strano perché in questo momento sembra che tutto potesse essere cosi semplice già dall’inizio e invece per arrivare a questa semplicità ce ne è voluta tanta di strada.

Penso a quanto è cambiata negli anni l’immagine che vedo di me quando chiudo gli occhi e mi abbandono alle mie visualizzazioni. Sento quanto sono cambiata io: tanto che a volte non riesco quasi a riconoscermi. Spesso nella mia vita sono accompagnata dalla sensazione di non stare facendo abbastanza, di stare perdendo tempo e risorse importanti. Se c’è un aspetto della mia vita dove invece in questo momento mi sento genuinamente e onestamente di aver fatto molto di più di quello che avrei pensato è prendermi cura di me ed imparare ad amarmi. Non è stato per niente facile, anzi forse è stata una delle cose più difficili, ma se ripenso alla me di dieci anni fa e come mi sentivo, come mi muovevo nel mondo e nelle mie relazioni, mi sembra incredibile quanta trasformazione sia avvenuta. Quanto il lavoro che ho fatto su di me mi abbia portato ad affrontare la vita e le cose che mi succedono in modo cosi diverso da prima. Sinceramente non posso neanche immaginare come avrei potuto affrontare l’esperienza dell’ultimo anno se fossi stata la versione di me di dieci anni fa.

Proprio tra qualche mese scade il passaporto fatto alla fine del 2015 e guardo quella versione di me nella fototessera: io ho i capelli cortissimi e biondo platino. Per anni mi sono divertita a porgere il mio passaporto ai controlli negli aeroporti, aspettando di vedere la faccia di chi lo avrebbe aperto. L’espressione colta di sorpresa, gli occhi che si spostano per due o tre volte tra il documento e il mio viso, cercando di scorgere gli stessi lineamenti incorniciati tra la treccia folta e scura. Di solito la cosa li divertiva e alla fine mi lasciavano passare con una battuta. Un po’ mi dispiace cambiare quel passaporto perché è come lasciare andare definitivamente quella versione di me.

Provo a ricordarmi cosa vedesse la me di dieci anni fa quando chiudeva gli occhi e immaginava il suo futuro e con grande sorpresa vedo tante cose che poi sono successe: i viaggi da sola, il trasferimento all’estero, una relazione appagante e nutriente (che all’epoca mi sembrava un miraggio), imparare per bene l’inglese, lavorare a livello internazionale per lo studio dei miei sogni, aprire la mia mente verso nuovi orizzonti, capire cosa mi nutre e mi appassiona, cosa alimenta il mio fuoco interiore. La mia immaginazione all’epoca poteva arrivare fino a un certo punto e non si era spinta fin dove invece la vita avrebbe osato portarmi.

La cosa strana però è che se ripenso agli anni successivi a quella foto, mentre li vivevo, ho sempre avuto la sensazione che le cose che volevo non stessero succedendo. Questa sensazione non è cambiata molto: spesso mi sembra ancora oggi che le cose non si stiano muovendo, non ci sia un processo in atto ma poi quando mi guardo indietro il cambiamento c’è stato eccome. Quando è che è successo? Come è che da tanti giorni che sembravano immobili è scaturita una trasformazione incredibile? Come è possibile che tutto sembri fermo anche se in realtà si sta muovendo?

Non ce ne rendiamo conto perché questo cambiamento è così sottile e costante, proprio come il nostro concetto di “Io” e come l’esistenza stessa; si trasforma continuamente. È il concetto di impermanenza, così difficile da comprendere profondamente, ma così meraviglioso.

Secondo il buddhismo l’”io” è una sovrapposizione di concetti su chi siamo che in realtà non esiste perché è un costrutto della nostra mente. Non riusciamo mai veramente ad identificarlo perché cambia costantemente di momento in momento e a seconda del contesto. Solo nel momento della morte il nostro Io si dissolve completamente e finalmente noi possiamo tornare in contatto profondo con la nostra vera Natura.

A pensarci può sembrare ironico che tanti di noi passino la propria vita a cercare di capire chi sono e poi possano veramente afferrarlo solo in punto di morte. Io sono convinta però che durante la vita possiamo avere degli assaggi di questa nostra Natura, possiamo fare delle esperienze in cui ci immergiamo in questa nostra essenza unica e autentica e ne usciamo inebriati. Questi momenti per me sono sempre legati alla pratica della meditazione: sono attimi in cui riusciamo a dimenticarci chi pensiamo di essere e percepiamo quello che c’è sempre stato oltre la nostra idea di noi. In cui ci ricordiamo che oltre che esseri umani siamo anche esseri divini con un cuore immenso capace di provare amore incondizionato e universale. Quando sentiamo questo siamo in pace e le circostanze esterne non contano più niente: la vita inizia ad apparirci sempre più vasta, senza limiti. L’esistenza intera diventa la nostra famiglia e noi sentiamo di appartenere a questo e ad altri mondi, nella loro bellezza e nella loro immensità. Noi siamo il cuore stesso dell’esistenza e come lei muoriamo e rinasciamo continuamente, in un’eterna danza di trasformazione.

Chissà quanti altri cambiamenti profondi avverranno durante il periodo di validità del mio prossimo passaporto e chissà cosa penserà di me quella che tra altri dieci anni si ritroverà a dover rinnovare il suo documento. Questo senso di incertezza e di non sapere cosa sarebbe successo prima mi spaventava e mi faceva sentire persa. Adesso mi sembra l’aspetto più entusiasmante di questa vita, nella sua incredibile imprevedibilità e meraviglia.

“Ogni cosa esistente è impermanente. Quando si comincia ad osservare ciò, con comprensione profonda e diretta esperienza, allora ci si mantiene distaccati dalla sofferenza: questo è il cammino della purificazione.” Dhammapada, XX (277)

“Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà. La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L’amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia. Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.” Buddha

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