La Magia del Processo
Qualche settimana fa ho detto a Ben che mi sarebbe piaciuto fare un mosaico per Joy. Non avevo idea di dove avrei trovato le mattonelle e pensavo che ci sarebbe voluto tantissimo a metterne insieme abbastanza, ma ho comunque iniziato, senza crederci molto, a guardarmi in giro per vedere se ne trovavo qualcuna passeggiando con Nino.
Con mia grande sorpresa ho iniziato a trovarne tantissime ovunque, di ogni forma e colore. In pochissime settimane, semplicemente facendo le normali passeggiate che avrei fatto con Nino ne avrò raccolte almeno 4 metri quadrati (e non so quanti chili..), molte delle quali di una bellezza speciale. Mi ha meravigliato pensare come quelle mattonelle fossero sempre state lí, proprio sotto i miei piedi e che ci avessi camminato ogni giorno senza averle mai notate prima. Mi è venuto spontaneo chiedermi quante risorse si trovano costantemente dietro, intorno, sopra e sotto di noi senza che noi ce ne accorgiamo. Quante opportunità ci sfuggono in ogni momento che noi invece potremmo afferrare se solo riuscissimo a vederle.
E la cosa incredibile era proprio questa: più io direzionavo la mia intenzione verso la ricerca delle mattonelle e più queste apparivano davanti ai miei occhi. Solo a una condizione però e cioè che io portassi avanti la mia ricerca con apertura e curiosità ma senza aspettative definite. Ogni volta che uscivo di casa pensando con sicurezza “oggi andrò in quel parco dove sono stata ieri e troverò un sacco di mattonelle” non ne trovavo praticamente nessuna, oppure tutte quelle che trovavo erano “semplicemente bianche”.
Così come se mi concentravo con troppa ossessione e attaccamento al risultato nella ricerca di un colore in particolare che mi sarebbe servito per il mio mosaico, ancora una volta tornavo a casa delusa. Quando invece passeggiavo con tranquillità e presenza, godendomi quello che stavo facendo e quasi dimenticandomi di quello che avrei voluto trovare, ecco che mi appariva davanti un pezzettino di ceramica con una decorazione unica o con un colore particolarmente brillante.
Paradossalmente, più guardavo in terra per scovare piccoli pezzetti colorati e meno ne vedevo, più invece mi guardavo intorno in modo disinteressato e più loro trovavano me.
Come nella vita dovevo imparare a praticare quella danza, a mantenere quel sottile equilibrio tra dirigere la mia intenzione in una direzione e poi lasciare andare l’attaccamento al risultato e il desiderio di controllare come e quando sarebbe successo.
Più riuscivo a farlo e più il bottino del giorno era ricco e pregiato.
Inoltre le mie passeggiate erano diventate estremamente più piacevoli: invece di camminare perdendomi nei miei pensieri, nei ricordi o nelle preoccupazioni avevo iniziato a praticare una presenza molto profonda, come avevo sperimentato nelle meditazioni camminate di Thich Nath Tanh, in cui ogni passo e ogni respiro vengono vissuti in grande consapevolezza.
Ogni tanto mi affaccio in camera di Joy e mi fermo ad osservare tutte le mattonelle che ho trovato finora stese su un telo bianco e divise per colore. Da una parte tutte quelle sui blu e gli azzurri, che sono le mie preferite insieme ai verdi, poi quelle bianche accanto alle quali ci sono quelle un po’ meno bianche: grigine, crema o bianco sporco. Poi quelle decorate, i grigi più scuri, i rossi, i marroni e gli arancioni. In un angolo ci sono i piccoli pezzettini di vetro colorati.
All’inizio erano tutti in una busta: pieni di terra e ammassati uno sopra l’altro sembravano un sacco di rifiuti. Poi ogni giorno avevo iniziato a pulire ogni singolo pezzettino e a disporli in ordine e ai miei occhi hanno assunto un aspetto e un valore completamente diverso.
Osservarli mi trasmette un senso di pace e di calma: è come se ogni singolo pezzetto mi stesse aiutando a ritrovare la fiducia che sentivo di aver perso. Ogni giorno quella distesa di colori si amplia proprio come io ritrovo un pezzetto di me e lo rimetto al suo posto.
Ancora non so quale immagine andranno a comporre ma mi fido che tutti i tasselli di cui avrò bisogno saranno lì, esattamente della misura, della forma e del colore giusto.
E che anzi saranno proprio loro a suggerirmi il disegno che dovranno formare.
Mi piace pensare, anche se non è sempre così facile, che stia succedendo lo stesso nella mia vita: che ogni evento, ogni incontro, ogni sfida e ogni opportunità siano un piccolo tassello di quello che comporrà il disegno della mia esistenza.
Visto che non ho idea di come si fa un mosaico, ho cercato su google i materiali di cui avrei avuto bisogno per realizzare questo progetto e ho scoperto che esistono tantissimi siti che vendono mattonelle e vetrini per mosaici. Esistono buste di tutti i tipi e colori di tasselli molto ben fatti, perfetti e puliti, tutti della stessa altezza e facili da incollare e mettere insieme per comporre un disegno. Mi ha fatto sorridere pensare a quanto sarebbe stato più semplice spendere pochi euro per ordinare quei materiali online e riceverli comodamente a casa invece di sporcarmi le mani e riempirmi le tasche di terra ogni giorno. Di quanto probabilmente il risultato finale sarebbe stato, oltre che più semplice da raggiungere, anche più bello esteticamente.
Quello che mi sarei persa però sarebbe stata la cosa più importante, che è proprio il processo di creare qualcosa da quei pezzetti così diversi, imperfetti, sporchi e irregolari. Questa mia attività quotidiana è diventata, a mia insaputa, un processo estremamente poetico di guarigione, per rimettere insieme tutti i miei pezzi che si sono rotti quando Joy se n’è andata, una mattonella alla volta.